Il Paraguay è un paese pieno di tanti mondi diversi. I pochi ricchissimi e i tanti poveri , gli indios e gli spagnoli, le donne, le moltissime madri senza marito , e gli uomini che una sociologia a buon mercato dipinge come sfaccendati buoni a nulla. Ma soprattutto la città e la campagna …. E cioè Asunciòn e un paio di altri centri degni di nota, accanto a tutto il resto del paese.
Nel teatro dell’America Latina il Paraguay fa certamente la parte di Cenerentola, stretto com’è tra i colossi del Brasile e dell’Argentina e incapace di reggere il confronto con il pur piccolo, “ma molto più sveglio di noi”, Uruguay. Grande un terzo più dell’Italia, con una popolazione dieci volte inferiore (meno di sei milioni), il Paraguay ha sofferto più dei paesi cugini i rovesci della storia antica e recente. Dopo la distruzione delle reduciones e la colonizzazione spagnola, all’indipendenza ottenuta seguì subito la prima delle tante dittature che hanno fatto a gara nell’impoverire e devastare il Paese, che intanto, grazie alle incomprensibili guerre scatenate dall’uno e dall’altro, perdeva fette di territorio.
Nel 1870, alla fine di uno spaventoso conflitto con Argentina, Uruguay e Brasile, il rapporto tra donne e uomini era di tre a uno e la popolazione era diminuita di una percentuale oscillante tra il venti e il cinquanta per cento (non ci sono studi precisi). Secondo i paraguagi risalgono a quel momento le difficoltà del Paese, mai più risolte, tra cui anche quella delle famiglie tenute in piedi dalla sola forza delle donne. Poi arriva il novecento, con qualche segno di sviluppo, l’influenza nordamericana, una inutile guerra con la Bolivia per i confini del Chaco e, naturalmente, i colpi di stato. Una storia che il modesto Panteon de los heroes , nel centro di Assunciòn, un tempio cristianamente consacrato e visibilmente massonico, mirerebbe a rendere gloriosa e brillante, senza riuscire a convincere nessuno. Fortunatamente il Panteon non ospita ricordi del generale Alfredo Stroessner, che ha conquistato il potere nel 1954 per lasciarlo nel 1989. Trentacinque anni che hanno paralizzato il Paraguay rendendolo un mondo immobile e cupo, popolato di militari e agenti di polizia, di oppositori scomparsi o imprigionati, statalizzato in tutto, socialmente fragilissimo.
L’uscita dal coma della dittatura è tuttora molto lenta. Dall’avvento della democrazia ci sono stati due tentativi di colpo di stato e diversi omicidi politici, è fiorita l’industria del sequestro a scopo politico - estorsivo ( la differenza è molto labile): l’ultimo caso, del dicembre 2004, è quello della figlia di un ex - presidente, rapita e poi uccisa. Le indagini hanno fatto emergere poliziotti corrotti, politici infidi, contadini complici, investigatori incapaci. Nelle campagne si moltiplicano le occupazioni dei terreni da parte dei movimenti dei campesinos sin tierra e in certi distretti fioriscono i partiti “paraguerriglieri”, che poi si legano alle famigerate Farc colombiane e a gruppi armati boliviani. Non manca il narcotraffico a stendere su tutto una rete di ambiguità. Secondo gli americani del nord, (che qui hanno l’ambasciata più grande di tutta l’America Latina) nessuno vuole investire in Paraguay perché mancano totalmente le regole e l’industria più fiorente è il contrabbando, detto mau.
Mau è la parola più usata dai giornali e indica sia il fenomeno, sia il sistema, sia le persone, sia le cose. Mau è un universo di vita. Qualche tempo fa ha fatto ridere tutto il Paese il presidente della repubblica trovato con una Bmw-mau .
Da “Cronache dal nuovo mondo – Paraguay, la missione di Padre Trento” di Roberto Fontolan
Perché questa iniziativa
Perché questa iniziativa
Questo gesto nasce dal desiderio di coinvolgere uomini e donne che attraverso l’Arte ricercano la bellezza per di e di sé, per comunicare la propria passione per la vita attraverso il linguaggio misterioso della luce del colore della forma.
Artisti che hanno aderito a questa proposta ed hanno donato alcune proprie opere per sostenere e condividere questa iniziativa a favore dell’Opera che don Paolo Buscaroli costruisce giorno per giorno in Paraguay. Questa iniziativa nasce affinchè si possa rendere presente e incontrabile l’esperienza umana di un figlio di Toscanella che, nel realizzare un’Opera di Carità, sceglie giorno dopo giorno la vita a cui è stato chiamato dall’incontro con l'esperienza cristiana.
CHI E’ DON PAOLO
Don Paolo Buscaroli, originario di Toscanella e missionario della Fraternità S. Carlo Borromeo, vive in Paraguay da più di 10 anni nella parrocchia di San Rafael, ad Asunción, dove gestisce insieme a Padre Aldo Trento opere caritative più uniche che rare, modellate sulle antiche riduzioni dei gesuiti in Sud America.
In particolare:
La Casa della Divina Provvidenza, dedicata a san Riccardo Pampuri. Aperta nel 2004, accoglie malati terminali abbandonati che, non potendo sostenere il costo delle cure mediche, sarebbero destinati a morire senza assistenza. La clinica ha 27 posti letto e finora ha ospitato 450 pazienti.
Il Centro di aiuto alla vita assiste le famiglie povere dal punto di vista medico, farmaceutico e alimentare. Negli ultimi due anni sono state assistite più di 6.000 persone, spesso bambini. Molto intensa l’attività di distribuzione di vestiti.
La Fattoria padre Pio.
Realizzata per l’educazione dei giovani, spesso ex detenuti, o che provengono da situazioni di indigenza. I ragazzi allevano animali e lavorano la terra, producendo ortaggi per la Casa della Divina Provvidenza e per il Centro di aiuto alla vita.
Scuola materna ed elementare aperte nel 2003. Vengono accolti circa 150 bambini, ai quali si offre un’educazione cattolica. La scuola offre anche libri, quaderni, matite e mette a disposizione dei computer. L’istruzione dei bambini viene garantita grazie ai fondi raccolti con le adozioni a distanza.
Questo gesto nasce dal desiderio di coinvolgere uomini e donne che attraverso l’Arte ricercano la bellezza per di e di sé, per comunicare la propria passione per la vita attraverso il linguaggio misterioso della luce del colore della forma.
Artisti che hanno aderito a questa proposta ed hanno donato alcune proprie opere per sostenere e condividere questa iniziativa a favore dell’Opera che don Paolo Buscaroli costruisce giorno per giorno in Paraguay. Questa iniziativa nasce affinchè si possa rendere presente e incontrabile l’esperienza umana di un figlio di Toscanella che, nel realizzare un’Opera di Carità, sceglie giorno dopo giorno la vita a cui è stato chiamato dall’incontro con l'esperienza cristiana.
CHI E’ DON PAOLO
Don Paolo Buscaroli, originario di Toscanella e missionario della Fraternità S. Carlo Borromeo, vive in Paraguay da più di 10 anni nella parrocchia di San Rafael, ad Asunción, dove gestisce insieme a Padre Aldo Trento opere caritative più uniche che rare, modellate sulle antiche riduzioni dei gesuiti in Sud America.
In particolare:
La Casa della Divina Provvidenza, dedicata a san Riccardo Pampuri. Aperta nel 2004, accoglie malati terminali abbandonati che, non potendo sostenere il costo delle cure mediche, sarebbero destinati a morire senza assistenza. La clinica ha 27 posti letto e finora ha ospitato 450 pazienti.
Il Centro di aiuto alla vita assiste le famiglie povere dal punto di vista medico, farmaceutico e alimentare. Negli ultimi due anni sono state assistite più di 6.000 persone, spesso bambini. Molto intensa l’attività di distribuzione di vestiti.
La Fattoria padre Pio.
Realizzata per l’educazione dei giovani, spesso ex detenuti, o che provengono da situazioni di indigenza. I ragazzi allevano animali e lavorano la terra, producendo ortaggi per la Casa della Divina Provvidenza e per il Centro di aiuto alla vita.
Scuola materna ed elementare aperte nel 2003. Vengono accolti circa 150 bambini, ai quali si offre un’educazione cattolica. La scuola offre anche libri, quaderni, matite e mette a disposizione dei computer. L’istruzione dei bambini viene garantita grazie ai fondi raccolti con le adozioni a distanza.
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