Galleria di foto dalla missione

Galleria di fotografie dalla missione

Perché questa iniziativa

Perché questa iniziativa

Questo gesto nasce dal desiderio di coinvolgere uomini e donne che attraverso l’Arte ricercano la bellezza per di e di sé, per comunicare la propria passione per la vita attraverso il linguaggio misterioso della luce del colore della forma.
Artisti che hanno aderito a questa proposta ed hanno donato alcune proprie opere per sostenere e condividere questa iniziativa a favore dell’Opera che don Paolo Buscaroli costruisce giorno per giorno in Paraguay. Questa iniziativa nasce affinchè si possa rendere presente e incontrabile l’esperienza umana di un figlio di Toscanella che, nel realizzare un’Opera di Carità, sceglie giorno dopo giorno la vita a cui è stato chiamato dall’incontro con l'esperienza cristiana.

CHI E’ DON PAOLO

Don Paolo Buscaroli, originario di Toscanella e missionario della Fraternità S. Carlo Borromeo, vive in Paraguay da più di 10 anni nella parrocchia di San Rafael, ad Asunción, dove gestisce insieme a Padre Aldo Trento opere caritative più uniche che rare, modellate sulle antiche riduzioni dei gesuiti in Sud America.

In particolare:

La Casa della Divina Provvidenza, dedicata a san Riccardo Pampuri. Aperta nel 2004, accoglie malati terminali abbandonati che, non potendo sostenere il costo delle cure mediche, sarebbero destinati a morire senza assistenza. La clinica ha 27 posti letto e finora ha ospitato 450 pazienti.

Il Centro di aiuto alla vita assiste le famiglie povere dal punto di vista medico, farmaceutico e alimentare. Negli ultimi due anni sono state assistite più di 6.000 persone, spesso bambini. Molto intensa l’attività di distribuzione di vestiti.

La Fattoria padre Pio.

Realizzata per l’educazione dei giovani, spesso ex detenuti, o che provengono da situazioni di indigenza. I ragazzi allevano animali e lavorano la terra, producendo ortaggi per la Casa della Divina Provvidenza e per il Centro di aiuto alla vita.

Scuola materna ed elementare aperte nel 2003. Vengono accolti circa 150 bambini, ai quali si offre un’educazione cattolica. La scuola offre anche libri, quaderni, matite e mette a disposizione dei computer. L’istruzione dei bambini viene garantita grazie ai fondi raccolti con le adozioni a distanza.

mercoledì 9 novembre 2011

Paraguay: situazione socio-politica

Il Paraguay è un paese pieno di tanti mondi diversi. I pochi ricchissimi e i tanti poveri , gli indios e gli spagnoli, le donne, le moltissime madri senza marito , e gli uomini che una sociologia a buon mercato dipinge come sfaccendati buoni a nulla. Ma soprattutto la città e la campagna …. E cioè Asunciòn e un paio di altri centri degni di nota, accanto a tutto il resto del paese.

Nel teatro dell’America Latina il Paraguay fa certamente la parte di Cenerentola, stretto com’è tra i colossi del Brasile e dell’Argentina e incapace di reggere il confronto con il pur piccolo, “ma molto più sveglio di noi”, Uruguay. Grande un terzo più dell’Italia, con una popolazione dieci volte inferiore (meno di sei milioni), il Paraguay ha sofferto più dei paesi cugini i rovesci della storia antica e recente. Dopo la distruzione delle reduciones e la colonizzazione spagnola, all’indipendenza ottenuta seguì subito la prima delle tante dittature che hanno fatto a gara nell’impoverire e devastare il Paese, che intanto, grazie alle incomprensibili guerre scatenate dall’uno e dall’altro, perdeva fette di territorio.

Nel 1870, alla fine di uno spaventoso conflitto con Argentina, Uruguay e Brasile, il rapporto tra donne e uomini era di tre a uno e la popolazione era diminuita di una percentuale oscillante tra il venti e il cinquanta per cento (non ci sono studi precisi). Secondo i paraguagi risalgono a quel momento le difficoltà del Paese, mai più risolte, tra cui anche quella delle famiglie tenute in piedi dalla sola forza delle donne. Poi arriva il novecento, con qualche segno di sviluppo, l’influenza nordamericana, una inutile guerra con la Bolivia per i confini del Chaco e, naturalmente, i colpi di stato. Una storia che il modesto Panteon de los heroes , nel centro di Assunciòn, un tempio cristianamente consacrato e visibilmente massonico, mirerebbe a rendere gloriosa e brillante, senza riuscire a convincere nessuno. Fortunatamente il Panteon non ospita ricordi del generale Alfredo Stroessner, che ha conquistato il potere nel 1954 per lasciarlo nel 1989. Trentacinque anni che hanno paralizzato il Paraguay rendendolo un mondo immobile e cupo, popolato di militari e agenti di polizia, di oppositori scomparsi o imprigionati, statalizzato in tutto, socialmente fragilissimo.

L’uscita dal coma della dittatura è tuttora molto lenta. Dall’avvento della democrazia ci sono stati due tentativi di colpo di stato e diversi omicidi politici, è fiorita l’industria del sequestro a scopo politico - estorsivo ( la differenza è molto labile): l’ultimo caso, del dicembre 2004, è quello della figlia di un ex - presidente, rapita e poi uccisa. Le indagini hanno fatto emergere poliziotti corrotti, politici infidi, contadini complici, investigatori incapaci. Nelle campagne si moltiplicano le occupazioni dei terreni da parte dei movimenti dei campesinos sin tierra e in certi distretti fioriscono i partiti “paraguerriglieri”, che poi si legano alle famigerate Farc colombiane e a gruppi armati boliviani. Non manca il narcotraffico a stendere su tutto una rete di ambiguità. Secondo gli americani del nord, (che qui hanno l’ambasciata più grande di tutta l’America Latina) nessuno vuole investire in Paraguay perché mancano totalmente le regole e l’industria più fiorente è il contrabbando, detto mau.

Mau è la parola più usata dai giornali e indica sia il fenomeno, sia il sistema, sia le persone, sia le cose. Mau è un universo di vita. Qualche tempo fa ha fatto ridere tutto il Paese il presidente della repubblica trovato con una Bmw-mau .

Da “Cronache dal nuovo mondo – Paraguay, la missione di Padre Trento” di Roberto Fontolan

Paraguay: speranza

Nonostante tutto il Paraguay resta una terra di opportunità.
Solo dall’educazione del singolo uomo, dei tanti singoli uomini, si possono trovare energie nuove per rianimare l’intera società.
Ci vogliono opere concrete e tempo.

DON PAOLINO BUSCAROLI


E’ nato a Toscanella, dove ancora abita la mamma, nel 1958.

Dopo le Scuole Medie lascia gli studi per il lavoro in una carrozzeria di Imola.

Nel 1981, tramite alcuni amici, incontra Cristo e la Chiesa, che aveva abbandonato negli anni successivi la scuola.

Mosso dalla bellezza dell’incontro chiede ed ottiene dal suo datore di lavoro di poter lavorare part-time per riprendere a studiare ed ottenere nel 1988 la Maturità Magistrale che gli permetterà di entrare nel Seminario della Fraternità Missionaria di San Carlo Borromeo in Roma e di iscriversi alla Facoltà di Teologia, presso la quale si laurea nel 1993.

Nello stesso anno viene ordinato sacerdote nella Basilica di San Giovanni in Laterano.

Subito dopo viene inviato in missione a Concepciòn in Cile dove è rimasto per 9 anni occupandosi della pastorale universitaria.

Dal 2002 è in Paraguay, ad Asunciòn, presso la parrocchia San Rafael insieme a Padre Angelo Trento, altro missionario italiano.

Nella Parrocchia di San Rafael sono nate diverse opere caritative tra le quali:

la Casa Divina Provvidenza “San Riccardo Pampuri”, per i malati terminali che nessun ospedale accoglie, che negli scorsi anni è stata oggetto di una cospicua donazione della SACMI di Imola;

la Scuola “Pa’i Alberto”, intitolata al parroco precedente Padre Alberto Bertaccini di Forlì, che raccoglie attualmente 176 alunni dai 3 agli 11 anni.

Di questa Scuola don Paolino è Rettore dalla fondazione nel 2003.

SCUOLA PA’I ALBERTO

Asunciòn- Paraguay



La scuola “Pa´i Alberto” nasce con l’obiettivo di rispondere alle necessità educative di tanti bambini poveri o con poche risorse della nostra comunità parrocchiale di San Rafael.

La scuola é stata riconosciuta e abilitata dal Ministero dell’Educazione (M.E.C) a partire da quando è sorta nel febbraio 2003.

Porta il nome di Padre Alberto Bertaccini, che é stato parroco della parrocchia San Rafael per 10 anni, testimoniando una bella preoccupazione educativa verso i bambini e i giovani.

Il programma educativo si basa su tre pilastri: calli nella testa; calli nelle mani; calli nelle ginocchia. Questi tre ideali devono essere vissuti e insegnati dai nostri maestri perchè diventino “habitus” per i bambini. Perciò i tre ideali devono guidare e orientare tutta la vita del collegio, dai maestri fino ai bambini.

Le famiglie dei bambini collaborano con la scuola pagando una piccola quota (3 o 5 Euro) al mese, che ha lo scopo di educare le famiglie a una responsabilità educativa verso i loro figli, usando bene i soldi.

La scuola accompagna i genitori durante tutto l’anno con incontri quindicinali, sviluppando temi suggeriti dalla realtà quotidiana come il rispetto, l’obbedienza, il sacrifico, lo studio, quando e come stare davanti alla TV, la giornata con i figli ecc.

La proposta educativa ha il suo punto di partenza nella tradizione educativa cattolica che diventa esperienza di vita, e si rivolge esclusivamente ai bambini poveri e con poche risorse economiche, che avrebbero serie difficoltà nel frequentare istituti educativi seri.

La scuola non si mantiene con le quote delle famiglie e perciò ogni mese dobbiamo cercare attraverso amici e benefattori, i mezzi economici per mantenerla e pagare gli stipendi ai 22 professori.

La giornata dei bambini comincia alle 07,30 con la preghiera, la colazione e alle 8 si entra nelle aule per affrontare le lezioni fino alle 12,30.

Al termine della giornata circa 30 bambini tra i più bisognosi rimangono a pranzo nel collegio e circa 20 rimangono fino alle 16,00 per il dopo-scuola.

Oltre alle normali lezioni si sviluppano programmi culturali (classe di musica, storia, arte), ricreativi (gite e giornate a contatto con la natura), e sportivi (scuola di calcio, danza).

Attualmente la scuola accoglie 176 bambini dai 3 agli 11 anni.



La direttrice